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  • Celtic Symbols

    Celtic Symbols

    Celtic symbols, it is not possible to speak of Celtic jewelry without making an introduction on Celtic culture.
    Scholars call Celts those people who gave birth to a civilization that developed around 1000 BC in Hallstatt (Austria), to reach its highest artistic, social and spiritual expression in 300 BC, spreading throughout Europe from England to Spain, France and Germany. Although there are no boundaries or specific dates that indicate the exact time when these people settled in Europe, we know that they originated from Indo-European strains and that, once settled in these regions, they were able to integrate their beliefs – as the ancient cult of Mother Earth goddess and of femininity – with the masculine characteristics of the existing solar deities, completely transforming the culture of the time and creating a new way of interpreting the relationship between man and spirituality.

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    celtic silver ring
    The Celts and their culture represent the deepest and most ancient roots of Europe, those that still retain the idea of the ancient bond with nature that Druidic religion had taught: Celts in fact must be considered as a culture rather than a people. They did not create an empire ever, nor adopted the concept of state; their social organization was made up of tribes or clans who recognized themselves in a common ancestor, often at war with neighbors over the ownership of goods or livestock. They did not fight for the conquest of the land: private property was measured in the possession of livestock and valuables, while the land was common property of the clan. The Celts were breeders, farmers and hunters. Their social division was done according to the pattern of expression of the divinity, because the Druids – wise men, priests – claimed that there was only One God, unknowable and unreachable, which was expressed in the three basic forces: Strength-Power-Will; Science-Knowledge-Wisdom and Love-Creativity-Productivity.
    Druids were the “Science-Knowledge-Wisdom,” were masters of Wisdom and knew the size of earth and of cosmos, and the will of the gods; they passed on their knowledge in sacred woods and caves, and ensured the immortality of the soul and life after death.
    Warriors were the social manifestation of the “Strength-Will-Power” and among them every year was elected a chief, and a general in case of war.
    Finally, the class of artisans was the expression of the impetus of the divine ‘”Love-Creativity- Productivity”.
    celtic crafts - flaskThe knowledge and use of the energies of man and nature, the cycles, the power of speech over elements, were all characteristics present in the Celtic spiritual tradition. The Celts became the progenitors of an ideal spirituality able to go back and see the Earth as our Mother, Heaven as our Father, and the countless forms of Life as a tangible sign of their presence. The Celtic people are associated mainly to the mythical aspects of their tradition, of their spirituality and artistic expressions. Wearing jewelry that reproduces the ancient Celtic symbols becomes a way to reaffirm the sanctity of life in all its expressions, believing that the greatest good of man is a Freedom that goes beyond ideologies.
    celtic brooch with peacocks
    The knowledge of Celtic symbols is therefore essential: they were the concrete manifestation of a Higher Spiritual World, and possessed a sacred meaning. Each one carries a message, a different way of dealing with Life, but also with our own soul. Symbols, for the Celts, had the task of uniting the outer world with an inner meaning, in the form of a state of mind, intuition, emotion, consciousness.
    They represented an external reference that had to evoke and provoke an internal event: combine the world of matter with that of the human soul. Symbols spoke the language of the depth of being, a mean to come into contact with the inner realms of the human mind; they acted as channels, bridges to higher energies. Their antique jewelry, signs, objects, and images are still being used and adapted, recognizing in the Celts and in their cultural roots and a base on which to rebuild a lost identity.

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  • Origini e Storia dei Vichinghi

    Origini e Storia dei Vichinghi

    Origini e storia dei vichinghi, con il termine vichinghi si è soliti indicare le popolazioni scandinave, danesi e norvegesi che si diffusero lungo tutte le coste europee tra l’VIII e l’XI secolo d.C., conquistandole ed insediandosi tra le genti locali. La parola vichinghi non sembra avere una traduzione precisa, ma si tratta di un termine piuttosto vago: si pensa possa derivare dall’antica parola norrena vìk, che significa baia, a cui è stato aggiunto il suffisso -ing che indica provenienza, per cui si avrebbe la logica traduzione di colui che viene dalla baia; un’altra versione attribuisce questo vocabolo alla parola Viken, l’antica regione costiera da cui essi provenivano, o ancora da vikingr, che in islandese indica il guerriero che partecipa a spedizioni per mare.
    drakkar vichingoQualunque sia l’origine del loro nome, essi comunque si distinsero per essere abili commercianti, esploratori e guerrieri; nonostante fossero divisi in tribù, si consideravano un unico popolo, con una lingua comune che differiva solo per piccole espressioni dialettali, con le stesse divinità da adorare ed i loro bardi, custodi di antiche tradizioni, trasmettevano canzoni e gesta simili tra loro. Le leggende e saghe nordiche, pochi antichi testi oggi conservati maggiormente in Islanda, ci parlano di eroi mitologici ed imprese degne di divinità.
    Noti come potenti guerrieri, i vichinghi si fecero conoscere anche come feroci pirati nel 793, quando attaccarono il monastero di Lindisfarne in Inghilterra. Il successo di quell’attacco ed il ricco bottino li incoraggiarono ad intraprendere altri atti di brigantaggio e ben presto le coste dei paesi europei ne conobbero la scaltrezza e la ferocia fino alla conquista Normanna del 1066: a quell’epoca però i vichinghi avevano già attaccato e conquistato Scozia, Svezia ed Irlanda.

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    La presenza dei vichinghi in Irlanda è di grande interesse e legata alla fondazione di alcuni importanti centri commerciali, tra i quali il porto di Dublino, sorto nell’838 come avamposto principale sull’estuario del fiume Liffey e grazie alla loro grande abilità in campo commerciale furono in grado di trasformare i villaggi irlandesi in fiorenti mercati, in cui importavano merci dall’Inghilterra, Europa e Asia centrale.
    Gli Irlandesi si abituarono alla presenza vichinga, spesso alleandosi con loro contro nemici comuni, ma dopo la battaglia di Clontarf nel 1014 vinta dall’esercito irlandese guidato da Brian Boru, i vichinghi smisero di compiere razzie e saccheggi a danno dell’isola verde e si limitarono ai commerci e alla pesca, anche se le leggende popolari irlandesi e vichinghe raccontano di questo combattimento come uno scontro che mise in campo forze umane, naturali e soprannaturali con demoni, goblin e valchirie, il canto delle quali poteva decidere le sorti di ognuno.
    knarr vichingoIn origine i vichinghi avevano sempre vissuto in Scandinavia, regione geografica che comprende gli attuali stati di Norvegia, Svezia e Finlandia e della quale in passato poco si sapeva; la loro organizzazione sociale era rigida, e sebbene fossero eccezionali mercanti e coltivatori, le loro leggi permettevano al solo figlio maggiore di ereditare la terra paterna, con la conseguenza per gli altri discendenti di trovarsi costretti a scegliere la via del mare per cercare un po’ di fortuna, e questa spesso comprendeva razzie, saccheggi ed attacchi a villaggi e paesi, senza distinzioni né riguardi nemmeno per i luoghi di culto.
    Uno dei punti di forza della potenza vichinga erano le loro celebri imbarcazioni: i Drakkar e le Knarr. I Drakkar si distinguevano per la loro forma, realizzate in modo tale da essere veloci e maneggevoli, grazie al loro scafo decisamente lungo, basso e stretto, adatto a sbarchi rapidi potendo arrivare molto vicino alla costa; inoltre erano forniti di remi in modo tale da poter navigare anche in assenza di vento, per questo erano principalmente usati per le esplorazioni e le guerre.
    Le Knarr erano le navi mercantili, più lente e con una maggiore capacità di carico, con scafo più corto e largo, su cui non era previsto l’uso dei remi.
    Dopo aver sviluppato commerci e dato origine a nuovi insediamenti per circa tre secoli, presso le tribù vichinghe giunsero forti impulsi culturali, da non trascurare tra i tanti il Cristianesimo, che uniti ad una rinnovata consapevolezza da parte dei paesi europei della necessità di difendersi da queste popolazioni, indussero i vichinghi a limitare sempre più i saccheggi, fino a smetterli del tutto nell’ XI sec.
    Nella società vichinga aveva grande rilevanza l’uso di ornamenti e di gioielli, segno distintivo all’interno della comunità del rango di colui che li indossava: le spille, le fibule e gli spilloni per gli abiti erano i fregi utilizzati più comunemente, tuttavia venivano indossati anche orecchini, monili e collane, sia in argento sia in bronzo.
    I bracciali e gli anelli erano riservati ai capi tribù che spesso li regalavano come premio ai guerrieri più valorosi.
    L’artigianato orafo vichingo era rinomato soprattutto per i gioielli realizzati in filigrana d’oro in cui venivano inserite a volte monete straniere, arabe e anglosassoni, giunte a loro grazie ai fiorenti scambi commerciali. I gioielli prodotti potevano essere pezzi unici destinati a capi tribù e guerrieri, ma anche pezzi prodotti in serie e destinati ad un uso più comune.
    spilla design vichingoL’arte vichinga si manifesta maggiormente nella sua funzione figurativa e decorativa per abbellire e decorare oggetti di uso comune, creando manufatti di grande impatto visivo. Elemento principale dell’arte vichinga sono figure zoomorfe intrecciate, che creano intricati bassorilievi ed incisioni riportati su moltissimi prodotti, quali scudi, timoni di navi, pietre commemorative e molti altri, utilizzati per esaltare al massimo la tecnica e le capacità decorative degli artigiani del tempo.
    Importante lascito dell’arte vichinga sono le steli runiche, iscrizioni in pietra erette per commemorare e riportare importanti avvenimenti, quali la partecipazione di guerrieri alle spedizioni, la morte di chi vi aveva preso parte e ancora le caratteristiche più significative di un’esplorazione, quali le persone, i luoghi visitati, e gli animali visti. Tra i più importanti cippi celebrativi ricordiamo le 25 pietre di Ingvar, in Svezia, innalzate per ricordare i membri di una disastrosa spedizione nell’odierna Russia alla fine del X secolo.

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  • Celtic Jewels

    Celtic Jewels

    Celtic jewels, Celtic culture seems to have been already formed around the third millennium B.C.E. It represented the most important center of population in Europe during the Iron Age, and already classical sources were using the term “Celtic” (from the Greek Ksltoi or Ksltai) to describe a population speaking an Indo-European language. In their period of highest splendor (the IV-III centuries B.C.E.), the Celts were spread across a wide area of Europe, from the British Isles to the Danube basin, as well as in other isolated encampments further south, as a result of their expansion toward the Iberian, Italian and Anatolian peninsulas. United by ethnic and cultural origins, by sharing the same Indo-European linguistic base, and by the same vision of religion, the Celts always remained divided politically; among the various groups in the Celtic population are the Britons, the Gauls, Pannonians, the Celt-Iberians and the Galatians, housed respectively in the British Isles, the Gallic Empire, Pannonia, Iberia and Anatolia.
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    Physically, it seems that the Celts were blond and mighty, that they bleached their hair with clay, they decorated themselves with gold and silver jewelry, and that their appearance often evoked fear in their enemies. Other people were afraid of them, but at the same time, full of admiration for them.
    Archeologists divide Celtic prehistory into phases which take their names from the areas in which many of their objects have been recovered: the Hallstatt Period (VIII-VI centuries B.C.E.) in Austria and the La Tène Period (VI-II centuries B.C.E.) in Switzerland. The Hallstatts were very able in working and using iron, with which they produced the armaments that insured their dominance over other groups, while the later period of La Tène is also called “The Era of the Princes” because of its spectacular burial grounds and imposing fortifications, which appear thanks to a sudden wealth among the Celtic aristocracy.
    Extracted in a spongy form, the iron was first forged and distributed in double pyramid-shaped ingots; later the ingots were substituted by long, flat bars, already ready to be formed; the same bars were also used as money, together with copper and gold coins. The Celtic societal unit was the tribe, which contained diverse social groups: nobles, knights, farmers, artisans and slaves. From the learned class came also the Druids, sacred intermediaries between men and the gods; archeologists believe that the Druids used as altars and temples the blocks of stone known as dolmen (from dol = table + min = stone). The most important Celtic divinities were: the mother goddess — Tuatha de dannan; the king of the gods — Nuada; the father god — Dagda; the goddess of fire — Bobd; the goddess of poetry — Brigid; Angus — the god of love; Donn — the lord of the dead; Lir and Manannan — the gods of the sea; Lugh long-arm — the warrior god; Diancecht and Miach — the gods of medicine; Artaios— the messenger of the gods; Goibniu — the blacksmith of the gods; Credne — the god of metallurgy.
    Some information about Celtic mythology is furnished by the recovery of ritual objects, such as the Gundestrup Caldron, a huge, silver “pot” with embossed decoration found in a Danish swamp. For the Celts, basins possessed an important ritualistic value: they symbolized the feasts that were held in the afterworld. Other containers such as jugs and pails served more practical purposes and were called situlae.
    The repertory of decorative patterns included knots, geometric braids, stylized plant and animal shapes, spirals and keys; animals in particular were preferred subjects: above all dogs, deer, birds and wild boar.
    Also a series of vegetative elements had religious significance such as holly, mistletoe, oaks and woods and there are many ceremonial accessories or sacrificial objects dedicated to lakes, rivers and swamps.
    The Celts had a notable taste for bright colors in both jewelry and fabrics, as shown still today in modern Scottish plaids; Diodoro Siculo says that “the Celts wore surprising clothing, multi-colored tunics, and trousers called ‘brache’. Over these they wore short, multi-colored, striped cloaks, held closed with a brooch or pin, and made of furry cloth in the winter and smooth fabric in the summer.” The Gauls preferred tights, the Irish tunics, and all of them wore cloaks whose length was indicative of their social standing.
    Jewelry-making is the artistic branch of the ancient Celts from which the most evidence has survived.
    Thefibula is an antique piece of jewelry similar to a large safety pin, produced since the Micenaean Age: starting from the V century B.C.E. Celtic artisans transformed them from simple bars into imaginative representations of dragons, birds and masks of human faces. Large circular pins had a typical form with an opening at one point to allow the passage and the security of the needle. The pins were worn by women at the breast and by men on the shoulder.
    The most famous example is the Tara Brooch (VIII century A.D.). The entire surface of the piece is covered with delicate engravings of spirals, braids and animal motifs, while the border of the ring sports tiny griffins and fish tails.
    Torques, semi-circular necklaces or armbands in gold, silver or bronze that often showed human or animal heads to excess, are also typical of Celtic handiwork. Besides being reserved for only the highest social sects, torques also had a religious meaning: they were mystical objects, integral parts of the people’s identity and catalyzing talismans that brought man closer to the gods, concentrating mystical energy on their owner’s bodies. The most common metal used was silver, sometimes as an alloy with copper and the principal technique was fusion. If the alloy was lacking in silver, the object could be covered in tin to simulate silver.
    Metal objects, after being forged, were beautified with applications of colored materials. On numerous artifacts from the IV century B.C.E. have been found evidence of fusions of coatings, obtained with a particular glass paste. This red coating was originally soldered using a fine iron mesh, along with Mediterranean coral, directly on the objects. From the III century B.C.E., with the evolution in fusion techniques, new objects were developed, such as multi-colored glass bracelets, and new techniques were developed, such as the direct application and fusion of coatings without the use of support structures. New colors, such as yellow and blue, were introduced starting from the II-I centuries B.C.E., even if red remained the predominant color because it symbolized the life force.

    Dr. Bianca Cappello – Historian of Jewels
    biancacappello@libero.it

    SOURCES (books and websites):
    AAVV, The Universal Fabbri Encyclopedia, Milan, 1971
    Anderson Black, TRAD. Francesco Sborgi, The History of Jewelry, Novara 1973
    AAVV, The worlds of man, encyclopedia in 10 volumes from 1974
    Exhibition catalogue, The Celts, Venice — Palazzo Grassi, Milan 1991
    Clare Phillips, A Brief History of Jewelry, Milan 2001

  • Albero della Vita significato – Yggdrasil

    Albero della Vita significato – Yggdrasil

    L’albero della vita è un simbolo con una storia che abbraccia le culture di tutto il mondo. Ciondoli albero della vita o pendenti, sono un classico dei gioielli simbolici che da oriente ad occidente vengono indossati per celebrare la Vita. Orecchini, anelli e oggetti realizzati con materiali preziosi come oro e argento, ma anche lavorati con pietre gioiello intagliate a forma di albero nella fantasia e maestria orafa che circonda questo simbolo.

    Albero della vita: significato e storia di un simbolo multiculturale

    L’uomo ha sempre cercato nel proprio quotidiano, sia materiale che spirituale, di trovare certezze e speranze. Per questo, ha attribuito valore e importanza a elementi della realtà oggettiva, come il mondo animale e vegetale.

    albero della vita significato

    In particolare, l’albero è stato visto come un simbolo che va oltre la realtà percepita. Gli alberi sono presenti in tutto il mondo, crescono in condizioni diverse e il loro legame con l’uomo è profondo e secolare.
    L’albero della vita è un simbolo universale di vitalità, fertilità, conoscenza e connessione con il divino. E’ proprio l’albero che, con radici profonde che affondano nel terreno, ci ricorda il nostro essere radicati alla quotidianità senza dimenticare che i rami, estendendosi verso il cielo, ci indicano di mantenere sempre lo sguardo verso il divino per non perderne la connessione.

    Se proviamo a riassumere i tanti significati che l’albero racchiude in se per avere un visione più globale di come le culture e tradizioni hanno interpretato questo simbolo troveremo che:

    • L’albero è un alleato dell’uomo fin dai tempi più remoti. Ha fornito cibo, riparo, legname e altri materiali utili.
    • L’albero racchiude nella sua essenza il concetto stesso della vita. Nasce da un seme, cresce e si sviluppa, produce frutti e semi, e poi muore.
    • L’albero è un simbolo presente in molte culture e tradizioni. È spesso associato alla vita, alla rinascita, alla conoscenza e alla divinità.
    • L’albero è un simbolo di verticalità. Unisce il mondo sotterraneo, la terra e il cielo.
    • L’albero è un simbolo di tutti i principi naturali. Acqua, terra, aria e fuoco.
    • In passato, molti alberi erano considerati sacri. Erano oggetto di culto e di riti.

    L’albero è un simbolo di vita, rinascita, rigenerazione e connessione con il divino, e, anche solo indossare un gioiello con questo simbolo, se ne attiva il ricordo universale.


    • L’albero è un simbolo di rinnovamento e rinascita. Si rinnova ogni anno con la caduta delle foglie e la rinascita della primavera.
    • L’albero è un simbolo di connessione con il divino. È spesso associato al cielo e alla divinità.
    • L’albero è un simbolo di vita e di fertilità. Produce frutti e semi, che danno vita a nuovi alberi.
    • L’albero è un simbolo di forza e resilienza. Riesce a sopravvivere a condizioni avverse.

    L’interpretazione che questo simbolo offre si presta perfettamente alla realizzazione di gioielli unici e carichi di emozione per chi li dona e per chi li riceve.

    I diversi significati dell’albero in molte culture e tradizioni.

    L’albero (della vita) ha assunto diversi significati in molte culture, vediamone alcune:

    • Nelle culture native americane, l’albero è un simbolo centrale. È piantato al centro dell’area dove si svolgono i rituali, e rappresenta la vita stessa dell’uomo.
    • Nel cristianesimo, l’albero è un simbolo della vita e della morte. Il Paradiso è un giardino con al centro un albero della vita, mentre l’albero del bene e del male rappresenta la scelta tra la vita e la morte.
    • Nelle culture orientali, l’albero è un simbolo di vita spirituale. Il tronco rappresenta la dottrina, i rami rappresentano i santi e i mistici, e le foglie rappresentano i fedeli.
    • Nelle culture mediorientali, l’albero è un simbolo di fertilità e fecondità. È spesso raffigurato in corrispondenza di sorgenti e fonti d’acqua.
    • Nella cultura nordica, l’albero è un simbolo di forza e regalità.

    Proprio per la semplicità della sua forma l’albero è proposto in forme diverse di gioielli e oggetti che rendono questo simbolo inconfondibile.

    L’albero della vita nell’arte

    L’albero della vita è un simbolo universale presente anche nell’arte. In antichità, l’albero della vita era spesso raffigurato come motivo decorativo su oggetti di uso quotidiano, come tappeti, ceramiche e manufatti.

    In epoca medievale, l’albero della vita era un tema comune nelle opere d’arte religiosa, come mosaici, affreschi e vetrate.

    In epoca moderna, l’albero della vita è stato rappresentato da artisti come Gustav Klimt, Henry Matisse e Marc Chagall.

    Ecco alcuni esempi di opere d’arte che raffigurano l’albero della vita:

    • Tappeto persiano afshari o safavidi
    • Bassorilievo mesopotamico del IX secolo
    • Affreschi del Museo Nazionale di Città del Messico
    • Finestra della moschea di Sidi Saiyyed in India
    • Mosaico sul pavimento della Cattedrale di Otranto
    • Vetrata della Basilica di San Clemente a Roma
    • Mosaico nel Convento delle Clarisse a Monticelli
    • Vetrata di Santa Croce a Firenze
    • Vetrata della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo
    • Pannello di Gustav Klimt per Palazzo Stoclet
    • Vetrata di Henry Matisse nella Cappella di Vence
    • Vetrate di Marc Chagall nella Chiesa di Santo Stefano a Magonza e nella Cappella dei Penitenti a Sarrebourg

    Albero della Vita: significato e simbolo universale

    Che significato ha l’albero della vita?
    L’albero della vita è un simbolo presente in molte culture del mondo.

    È un simbolo di vita, amore, rinascita, fertilità, conoscenza, e connessione con il divino.

    L’albero della vita è spesso rappresentato come un albero con radici profonde che affondano nel terreno e rami che si estendono verso il cielo. Le radici rappresentano il passato e la connessione con la terra e la quotidianità, mentre i rami rappresentano il futuro e la connessione con il cielo. In molte culture, l’albero della vita è considerato un simbolo di fertilità. I suoi frutti e le sue foglie rappresentano la nascita e la crescita. L’albero della vita è anche un simbolo di conoscenza. I suoi rami rappresentano la conoscenza del mondo, mentre le sue radici rappresentano la conoscenza del sé. In molte culture, l’albero della vita è considerato un simbolo di connessione con il divino. Le sue radici rappresentano la connessione con la terra vista come un’espressione del divino nelle situazioni terrene, mentre i suoi rami rappresentano la connessione con il cielo, che è visto come la sede del divino. L’albero della vita è un simbolo complesso che ha significati diversi in diverse culture.  Ecco alcuni esempi specifici di come l’albero della vita viene interpretato in diverse culture:
    • Nella cultura cristiana, l’albero della vita è spesso associato al giardino dell’Eden. È considerato un simbolo della vita eterna e della connessione con Dio.
    • Nella cultura ebraica, l’albero della vita è spesso associato alla Torah. È considerato un simbolo della conoscenza e della saggezza.
    • Nella cultura celtica, l’albero della vita è spesso associato all’albero di Yggdrasil. È considerato un simbolo dell’universo e della connessione tra gli esseri viventi.
    • Nella cultura buddista, l’albero della vita è spesso associato all’albero Bodhi. È considerato un simbolo dell’illuminazione.

    L’albero della vita è un simbolo potente che può avere un significato profondo per le persone di tutte le culture. Per questo è considerato anche di buon auspicio avere un ciondolo, un orecchino, un bracciale o un qualsiasi oggetto utile con questo simbolo universale.
    In che occasione si regala l’albero della vita?
    L’albero della vita è un regalo perfetto per molte occasioni, sia personali che professionali. È un simbolo di vita, amore, rinascita, fertilità, conoscenza e connessione con il divino. Ecco alcune occasioni dove regalare un oggetto particolare come l’albero della vita:
    • Nascita: L’albero della vita è simbolo di nuova vita e di inizio. Un pendente o un ciondolo possono essere un regalo perfetto per un bambino appena nato o un’idea originale come bomboniera per la cerimonia del battesimo.
    • Matrimonio: L’albero della vita è un simbolo di amore, unione e fertilità. Ecco perchè un anello con l’albero della vita per una coppia che si sposa si rivela un regalo carico di speranza per un amore duraturo e prospero.
    • Battesimo o Comunione: L’albero della vita è un simbolo di fede, speranza e crescita. Un oggetto con questo simbolo per un bambino che viene battezzato o per un bambino che fa la prima comunione sono ricordi unici da regalare, ma anche una elegante idea bomboniera per gli invitati alla cerimonia.
    • Laurea: L’albero della vita è un simbolo di conoscenza, crescita e successo. Chi meglio di un neolaureato potrebbe apprezzare un oggetto che racchiude in sè un augurio così pieno di forza per un futuro radioso?
    • Anniversario: L’albero della vita è un simbolo di amore, unione e longevità. È un regalo ideale per una coppia che festeggia un anniversario.
    • Natale: L’albero della vita è un simbolo di vita, amore e speranza. È un regalo per Natale perfetto!

    L’albero della vita è un’idea regalo versatile per qualsiasi occasione speciale, che può essere apprezzato da persone di tutte le età e di tutte le culture.
    Che albero (pianta) è l’albero della vita?
    I popoli hanno associato l’albero della vita a piante fisiche diverse:
    • per i Galli era la Quercia il riferimento,
    • per i Germani il Tiglio per la sacralità e superiorità che attribuivano a questa pianta,
    • in Siberia la Betulla ed il Larice ricevevano gli onori nelle cerimonie,
    • la tradizione scandinava vedeva nel maestoso Frassino Yggdrasill l’Albero del mondo, capace di agire ed operare per il bene degli uomini e del creato. è considerato un albero cosmico, percorre e si muove nei mondi della realtà divenendo immagine di trasformazione e cambiamento, rappresentando l’esperienza della contemplazione religiosa;
    • nella società islamica, e mediterranea in generale, è l’Olivo la pianta consacrata;
    • in India e nelle civiltà induista e buddhista è il Baniano, Ashvattha il Fico Sacro o Albero della Bodhi, la varietà di Ficus Benghalensis;
    • gli antichi Egizi, nella valle del Nilo, adoravano Palme e Sicomori, piante necessariamente legate all’acqua e quindi alla vita;
    • in Cina l’albero chien-mu, legno diritto, è al centro del mondo e con i suoi nove rami, le sue nove radici che raggiungono i nove cieli e le nove fonti, sede del regno dei morti, fa si che i re possano salire e scendere su di lui per poter svolgere il loro compito di mediatori tra la terra ed il cielo, tra gli esseri viventi e le divinità;
    • nelle credenze sudamericane, l’albero della vita si trova in Messico, “el Arbol del Tule” (L’Albero di Tule); chiamata Yaxchè, o Yax-Cheel, tale pianta era il fulcro dell’universo Maya, che attribuiva alle sue radici la propria origine e provenienza.

    La rappresentazione universale vede questo albero incastonarsi splendidamente in un cerchio perfetto, come nelle collezioni dei ciondoli di Ethnica.


    Cosa significa il ciondolo con l’albero della vita?

    Ecco alcuni significati specifici che possono essere attribuiti al ciondolo con l’albero della vita:


    • Vita: Il ciondolo rappresenta la vita e la speranza.
    • Amore: Il ciondolo rappresenta l‘amore e l’unione.
    • Rinascita: Il ciondolo rappresenta la rinascita e l’inizio di una nuova vita.
    • Fertilità: Il ciondolo rappresenta la fertilità e la crescita.
    • Conoscenza: Il ciondolo rappresenta la conoscenza e la saggezza.
    • Connessione con il divino: Il ciondolo rappresenta la connessione con il divino e la spiritualità.

    Il significato del ciondolo con l’albero della vita è soggettivo e può variare a seconda della persona che lo indossa. Il ciondolo con l’albero della vita può essere un regalo perfetto per molte occasioni, sia personali che professionali. È un simbolo che può essere apprezzato da persone di tutte le età e di tutte le culture. Per questo Ethnica propone l’albero della vita come anello o pendente, ma anche come porta oggetti o idee regalo impreziosite dal simbolo dell’albero della vita in argento.
  • The Celtic Cross

    The Celtic Cross

    The Celtic Cross, according to some scholars, the first Cross defined Celtic was found in a cave in the French Pyrenees, dating back to 10,000 BC circa; others see its origin as connected to Hindu symbology, representing the union between the masculine and the feminine.

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    celtic cross with semi precious stoneAccording to Irish tradition, the Celtic Cross was introduced in these regions by St. Patrick, as a symbol of the supremacy of Celtic Christianity, represented by the cross, over paganism, represented by the circle symbolizing the sun, main emblem of the pagan religions. The crosses were erected by the Celts in different parts of Scotland, Brittany, Cornwall and Ireland, often bringing runes in order to invoke the protection of the supreme god against the Viking invasions, or as a safeguard and defense of fields, villages and farms.
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    celtic cross earringsThe cross is equivalent to the Celtic Tree of Life: the four elements united to the energy, represented by the circle that intersects them and connects them to each other, the union between the divine energies and man. It was also the symbol of the four seasonal celebrations that marked the passing of the Celtic year: Samhain on November 1st, Imbolc on February 1st, Beltane on May 1st and on August 1st Lugfhnasadh; therefore the crosses made for these events were always enriched with weavings, drawings and figures typical of the Celtic culture and crafts.
    The cross also represented the four directions of the Celts, linked to the gods that lived there: the east impersonated the god Lugh, associated with air, which he protected with his spear; the south was the home of Nuada, the fire, his sword made him a defender of the emotions; in the west resided Dagda, related to water, which watched over mind and thought; and finally the north indicated the earth, the body, the seat of the Stone of Destiny, L’a Fàil.
    celtic cross broochAlthough many of the crosses erected in Celtic times are still in good condition, the most famous are three: the first is located in the monastery of Clonmacnoise, called the Cross of the Scriptures; about 4 meters high and carved from a single block of sandstone, it is one of the finest Celtic crosses come down to us. The inscriptions are still legible and bear prayers and invocations addressed to the King of Ireland Flann and Colmàn, author of the cross and creator, with the king, of the monastery and of the cathedral. The cross has been divided into panels that depict scenes from the Bible, as the Last Judgment and the Crucifixion of Christ.
    The second is the Cross of Kells in Cornwall, part of the fortified monastic complex built in 1193.
    The third is the Cross of Meath County, reproduced also on the flag of the County itself, since in that area there is the Royal Hill of Tara, seat of the High King of Ireland.
    The culture of the Celtic Cross as a symbol of Irish identity has always been strong, so that in the period of the European emigration – and especially the Irish one – a tattoed Celtic cross acted as a symbol of belonging and identity for those who were away from home.

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  • The Triskelion

    The Triskelion

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    The triskelion or triskele, is the best known Celtic symbol, and embodies the power of the number Three; it usually consists of three spirals joined together, but it can also be represented by the union of three other decoratif elements. For the Celts, the meaning of this symbol varied depending on the direction of rotation of the spiral: if clockwise, it represented the quiver of the internal energy in its expansion towards outside; counter-clockwise, it symbolized the descent into the underworld, viewed as a more introspective and inward action.
    triskele pendantIl Triskele ha diversi significati e rappresenta in primis The Triskele has several meanings and represents primarily the Triple manifestation of the One God: Strength, Wisdom and Love, hence the three classes of Celtic society that embodied these energies: Warriors, Druids and Artisans.
    The three spirals indicate also the three circles of existence: Ceugant, the World of the Absolute; Gwynwydd, the Spiritual World of the Afterlife, and Abred, the Human World or the World of the Trial.
    The Human World, Abred, is composed of the three aspects of the material world: Earth (Wild Boar), Water (Salmon), Sky (Dragon) which, through their movement, are all reunite in the fourth element, Fire, symbolized by the circle that often encloses the three spirals, the Triskele.
    Other meanings of the Triskele are:

    The union between Past, Present and Future in a single Great and Eternal Cycle, called Infinite Continuous Present, in which everything exists simultaneously. Significant in this regard was the feast of Samhain of November 1, where the Celts met their deceased ancestors, but also their unborn offspring.
    – The three phases of the sun: sunrise, noon, sunset.
    – In men, it can represent its triple manifestation as body, emotions / feelings / thoughts and spirit, but also Action, Feeling, Thinking and the three ages: childhood, maturity, old age.
    – The symbol of the female trinity of battle Morrigan-Macha-Boadb and of the male one, Ogma- Lugh-Dagda, but also the very same Goddess in her triple aspect of Virgin-Mother-Old Woman / Daughter-Mother-Sister.
    – The means used by St. Patrick to explain the Christian concept of the Trinity to the Irish, transforming the Triskele into a clover (which later became the symbol of Ireland).

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  • Il Martello di Thor – Mijollnir

    Il Martello di Thor – Mijollnir

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    Il martello di Thor – Mijollnir, Thor, mitico dio norreno della legge e della giustizia, ricevette in dono dai nani Mjollnir, il magico martello che con tuoni e fulmini colpiva il nemico per poi tornare tra le mani del suo padrone; per la sua potenza Thor era l’unico in grado di maneggiarlo dal momento che insieme ad esso i nani gli fecero anche dono di una magica cintura, capace di duplicare le forze del dio una volta indossata.
    Le saghe scandinave presentano Thor come divinità preferita dagli antichi e raccontano di come il Mjollnir sia stato fondamentale nella lotta contro i giganti, enormi esseri che gli dei combattevano da tempo.

    martello di thorNarra la leggenda che un mattino, risvegliandosi e non trovando più il suo martello, Thor si adirò con gli altri dèi e costrinse Loki, dio dell’Astuzia, a cercarlo per lui; Loki si recò dalla splendida Freya, dea dell’Amore, e preso da lei il suo mantello magico che rende invisibili si mise alla ricerca dell’arma di Thor.
    Giunto nelle terre dei giganti dei ghiacci incontrò il loro capo Thrym, il quale confessò di aver rubato il martello e che l’avrebbe restituito solo se scambiato con la bellissima Freya.
    Loki tornò dagli dèi con la proposta di Thrym, ma Freya ovviamente rifiutò di accettare questo matrimonio. Tutte le altre divinità allora insistettero affinché Thor, pur di recuperare il suo scettro, si travestisse da sposa, facendo in modo di poter essere accolto al cospetto dei giganti, accompagnato da Loki.
    mjollnir-thorUna volta giunti nel regno dei giganti vennero accolti con grandi festeggiamenti e una splendido banchetto nuziale fu imbastito per loro; Thrym si dimostrò scettico, poiché l’aspetto di Freya non era certo quello tanto decantato, ma Loki lo convinse ad accogliere la sua nuova sposa, adducendo come scusa una grande stanchezza per il viaggio intrapreso.
    Alla fine del banchetto Thrym fece portare il martello e lo regalò alla moglie come dono di nozze: a quel punto Thor si liberò del travestimento e impugnato il magico martello uccise tutti i giganti.
    Nella cultura scandinava si riteneva che il martello avesse poteri protettivi e favorisse la fertilità, per questo veniva utilizzato durante le celebrazioni di cerimonie religiose e riti sacri. Durante i matrimoni si era soliti regalarne uno agli sposi: esso veniva posto sul letto la prima notte di nozze, come simbolo di fecondità e invocazione di ricchezze per la nuova famiglia.
    L’importanza di questo simbolo fu sottovalutata durante il cristianesimo: la conversione, che poteva apparire rapida in zone rurali e poco abitate come la Scandinavia, fu invece particolarmente difficile, in quanto il Mjollnir veniva indossato quotidianamente come talismano protettivo, e l’unica concessione che si riuscì ad ottenere fu che venisse indossato assieme al rosario con il simbolo della croce.

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