Simbologia del Teschio messicano e altre culture

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Morte e vita: nel Teschio il simbolo più controverso

Il teschio è un motivo ricorrente nell’iconografia classica di molte culture, ed è sicuramente uno dei simboli più controversi.
Se ad una prima osservazione potrebbe esprimere un valore negativo di morte, nella tradizione popolare degli abitanti di Tibet, Laddak ed India, così come per le genti del Sud America (anche se in un contesto più complesso: basti infatti pensare alla Festa dei Morti in Messico – Dia de los Muertos), ed ancora per le popolazioni nordiche, come quella Celtica, è considerato molto positivo. Per gli orientali è visto come la rappresentazione della conoscenza, della saggezza degli antenati desiderosi della guarigione del e per il proprio popolo. In Tibet, dov’è particolarmente amato, viene ritenuto emblema della caducità della vita, immagine di ciò che è stato e di ciò che è, dell’esistenza che in esso è stata contenuta e che rappresenta.
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Personificazione dell’impermanenza, esso riporta all’esperienza della morte ed al desiderio di sconfiggerla, alla sua inevitabilità ed alla necessità di vivere pienamente la vita esercitando la compassione, ed acconsente alla comprensione dei limiti della conoscenza umana. Nei rosari buddhisti, i teschi aiutano ad intuire il senso della vita e della morte durante la preghiera e la meditazione.

El Dia de los Muertos:
l’aldilà spiritoso e giocoso in cui i morti si divertono

Il concetto di accettazione della fine terrena è ciò che sta alla base della famosa festa messicana El Dia de los Muertos, rituale che coinvolge le popolazioni degli altopiani montuosi del centro e del sud del paese, in particolare ad Oaxaca, dove i teschi, chiamati Calaveras, sono l’oggetto tipico della Festa. Le calaveras messicane sono dei teschi decorati, spesso fatti di zucchero, ma anche ceramica e cartapesta, che vengono utilizzati durante la celebrazione del Día de Muertos, il Giorno dei Morti in Messico.

Questa solennità, fortemente sentita ed alla quale partecipa in massa la cittadinanza locale, ironizza e si fa gioco della morte, ed i teschi hanno la funzione di tramite tra i vivi ed i cari defunti; il trapasso è parte necessaria, imprescindibile ed ineluttabile dell’esistenza umana e questo rito vuole onorare la continuità e la persistenza della vita.

A tal proposito, è interessante e piacevole da leggere il breve testo che segue, testimonianza di Paola Guajardo, messicana che vive in Cina e che ricorda e conferma la grande partecipazione del proprio popolo a questa straordinaria celebrazione.

“Hanno un lungo cammino di fronte a sé
per arrivare al luogo degli Dei”

dice Paola Guajardo, ammirando un luccicante dolce di zucchero a forma di teschio. Queste delizie sono per Leonora Carrington, una pittrice surrealista morta nel maggio 2011, e Paola sta dando gli ultimi ritocchi per un altarino del Giorno dei Morti in suo onore all’ambasciata messicana di Pechino.

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Per guidare l’artista lungo la strada verso la sua prossima vita, file di candele sfarfallano sui vari ripiani a livelli dell’altare, già infiammati da carta crespa arancione, il colore tradizionale del lutto per i messicani. “Non riusciamo a procurarci i fiori qui”, dice Guajardo, riferendosi alle calendule arancione intenso che vengono utilizzate in tali occasioni sin dai tempi degli Aztechi.

Quando gli spagnoli giunsero nella penisola dello Yucatan, si imbatterono in una festività di mezza estate dedicata ai bambini ed ai morti, celebrata con fuoco ed incenso, costumi in pelli di animali, immagini dei defunti ed offerte di oggetti personali, i loro cibi preferiti, bevande e fiori. In un non particolarmente vincente tentativo di cristianizzare l’evento, i conquistatori spostarono la festività il 2 di Novembre, il giorno di Ognissanti, dove tutt’oggi cade. Mentre la tradizione messicana sembra somigliare al giorno della memoria Cinese, l’atmosfera è differente, dice Paola, il quale marito Jorge è ambasciatore messicano in Cina .

El Dia de los Muertos  è un giorno dedicato non tanto al lutto,
quanto al celebrare ed accettare la morte con ironia ed umorismo”
,
ci svela Paola Guajardo…

Le veglie nei cimiteri sono inondate dalle calendule native, dando alla festa un tocco di Halloween, una festività con la quale condivide il periodo e lo spirito nei confronti del tema della morte. Quest’atteggiamento così irriverente, può essere scioccante per i cinesi, che hanno invece un approccio molto solenne nei confronti dei rituali in onore dei propri antenati: per loro, infatti, questo giorno è consacrato al culto degli antenati, chiamato Quing Ming Festival o Tomb Sweeping Day, perché per l’occasione i familiari fanno visita alle tombe dei propri cari, pulendole bene ed abbellendole con fiori, e sulle quali porteranno cibo e frutta che poi consumeranno sui sepolcri spazzati.
La tradizionale festività del Giorno dei Morti è stata dichiarata “un’intoccabile eredità culturale per l’umanità” dall’UNESCO nel 2003 ed iscritta nella Lista Rappresentativa nel 2008.
Per quattro anni, Paola ha creato altari per diverse celebrità decedute ed ammette di avere un certa affinità con gli artisti: l’anno scorso l’onore è andato a Frida Kahlo. Nonostante approfitti di questa ricorrenza per condividere una fetta della propria cultura con la comunità cinese di Pechino, anche per lei si è trattato di un vero proprio percorso ricco di scoperte: in quanto nativa del Messico settentrionale, non è cresciuta con quel tipo di tradizioni tipiche di altre regioni.
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Carrington, dal canto suo, probabilmente avrebbe apprezzato un altare punteggiato di teschi di zucchero ed umorismo di carattere personale.
Il desiderio dell’uomo di piegare la morte si manifesta appunto con la derisione di essa, ed il miglior modo per esprimere questo pensiero è utilizzare uno dei suoi simboli, il teschio, per esorcizzarla e acclamare alla vita, alla sua completezza ed estensione.

Il teschio nelle culture del nord

Più a nord, e precisamente tra le popolazioni Celtiche, esso assume significati articolati e compositi: è visto come la sede del potere, l’essenza e la dimora dell’anima e dell’essere umano e per questo è ritenuto emblema di autorità, divinità e creazione, viene inoltre considerato luogo dell’intelligenza, spirito e origine della vita stessa.

Impiegati in rituali e sacrifici, i teschi sono stati rinvenuti anche in fondo a pozzi sacri, dove probabilmente venivano gettati per depurare le acque profonde e vengono per questo legati alla simbologia della purificazione dell’anima e del suo rinnovamento. Intesi anche come degli avvertimenti, si credeva potessero eliminare qualsiasi tipo di malattia ed influenza negativa, e che indossandoli garantissero benessere e protezione, come dei numi tutelari posti a guardia degli uomini.

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In epoche ancora più antiche ebbero il ruolo di trofei di guerra, legati alla morte del nemico ed all’acquisizione, conservandoli, delle caratteristiche e del valore della persona sconfitta. Il teschio, dunque, in tutte le culture e tradizioni, con le molteplici varianti e particolarità, contempla in sé un significato collettivo: la consapevolezza dell’uomo della inevitabilità della morte, ma, al tempo stesso, l’ambizione di poterla sottomettere utilizzando allegorie che la rappresentano.

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