Poupèe Ashanti

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Poupèe Ashanti, in tutte le culture africane la figura di bambolina ha un significato profondo e particolare, che segue le tradizioni della tribù cui appartiene.
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La funzione sociale di questi oggetti è fondamentale e ben definita, sebbene spesso ne cambino le sfumature da popolo a popolo: la fecondità femminile rappresenta la base della società africana ed è un concetto che va oltre quello di famiglia, è il simbolo della sopravvivenza e della continuità della comunità stessa; di conseguenza, in questo continente, sono innumerevoli i culti che proteggono la fecondità femminile.
Poupée Ashanti dal GhanaTra i principali oggetti che tradizionalmente proteggono la fecondità femminile favorendo la gravidanza troviamo le Poupèe Ashanti, conosciute anche con il nome di Akwaba o Akuaba: per gli Ashanti, una delle principali etnie del Ghana facenti parte del gruppo Akan, la donna è l’arbitro finale di ogni decisione, di ogni scelta e per questo è fondamentale proteggerne la fertilità e le eventuali gravidanze.
L’importanza della maternità è alla base di questa cultura: la posizione sociale della donna all’interno della tribù dipende spesso dal numero di gravidanze che è riuscita a portare a termine, dalla sua capacità di assicurare una discendenza al marito.
Le Poupèe Ashanti svolgono questo ruolo preciso, nascono come oggetti rituali e religiosi, spesso in legno intagliato, inciso e lucidato con forma stilizzata di donna, le cui fattezze sono sempre le stesse: la testa è rappresentata da una grande disco ovale, con fronte molto alta e bocca piccola. Essa è sollevata, quasi retroversa, con un lungo e sinuoso collo adornato da una serie di anelli. Il corpo, le braccia ed il collo formano una croce con base circolare che permette alla Poupèe di rimanere in posizione verticale una volta poggiata.
Piccoli particolari possono differire tra una e l’altra, a volte i seni sono presenti ma piccoli, altre invece non vengono incisi nella figura ed il ventre appare più o meno sporgente.
Le Poupèe Ashanti vengono indossate dalle donne per favorire la gravidanza e per assicurare la salute e la bellezza al nascituro, e fattori determinanti sono una bella testa ed un lungo collo; sono portate come pendente, indossate tradizionalmente sul dorso spesso avvolte tra gli abiti.
Poupée AshantiIl loro nome deriva da una leggenda delle tradizione Ashanti e Akan: si racconta di una donna sterile di nome Akua il cui più grande desiderio era quello di avere un figlio. Consultò tutti i capitribù e gli stregoni, ma nessuno la seppe aiutare. Infine si rivolse ad un sacerdote che le disse di incidere la figura di un bambino nel legno, portandolo poi sempre con se, come se fosse vero.
Akua fece ciò che le era stato indicato, comportandosi con la bambola di legno come avrebbe fatto con uno dei suoi figli: abbelliva la figura con perle e bracciali, la portava sempre con se, le faceva il bagno e la coccolava. Il resto della tribù credette che fosse impazzita, ed iniziò ad emarginarla, prendendola in giro e definendo la figurina in legno “Akua’s child”, il figlio di Akua.
Ben presto però Akua rimase incinta e diede alla luce una bellissima e sana bambina. Da allora tutte le donne del gruppo Akan la presero ad esempio e per combattere la sterilità iniziarono ad indossare bamboline di legno uguali a quella realizzata da Akua.
Le Poupèe Ashanti oggi sono ancora considerate tra gli amuleti della fertilità più importanti nella cultura africana: vengono realizzate sia in legno che in bronzo, e sono più o meno decorate con perline colorate.
Accanto all’importanza di garantire la fertilità hanno recentemente acquistato la fama di simbolo di fortuna e benessere.

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