Scarabeo egizio: amuleto portafortuna
Lo scarabeo egizio, simbolo portafortuna dell’antico Egitto e delle regioni orientali del Mediterraneo, è conosciuto anche come Kheperer. Grazie ai numerosi scavi archeologici avvenuti in quell’area, abbiamo potuto apprezzare la varietà e molteplicità di realizzazione di questo importante amuleto, che trovate in diverse forme e colori tra i gioielli simbolici dell’Egitto proposti online.
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Significato dello scarabeo nell’Antico Egitto
Caratteristica peculiare di questo coleottero è il suo comportamento: depone le uova, le racchiude in una pallina fattadi fibre, sterco e terra, facendola poi rotolare con le zampe posteriori ed adagiandola in una piccola buca scavata nella sabbia; trascorsi 28 giorni, lo stesso lasso di tempo che impiega la Luna nel suo ciclo, da sempre legata al Sole, le uova si schiudono portando alla luce i piccoli insetti.
Perché lo Scarabeo egizio portafortuna?
La schiusa delle uova di scarabeo in 28 giorni venne notata dai sacerdoti egizi che paragonarono al dio Khepri divinità che anticipa Ra nel sorgere del sole. È Khepri che esorta Ra a passare dal buio dell’oltretomba alla luce del giorno. Per questa stessa dinamica di mutazione dalle tenebre alla luce fu associato il passaggio dell’uomo dalla morte alla rinascita. Ecco anche spiegato anche il nome alternativo dello scarabeo: Kheperer.
Da sempre utilizzato come potente amuleto protettivo, si riteneva fosse portatore di gioia e di eventi felici. Inoltre si credeva che difendesse dai pericoli e fosse in grado di mantenere sempre acceso il soffio della vita.
I primi amuleti si diffusero durante la VI dinastia, erano molto semplici e senza descrizioni. Con il passare del tempo, la maggiore conoscenza delle proprietà profilattiche dello scarabeo, di buon auspicio e fortuna incoraggiò gli artigiani a produrre modelli sempre più elaborati, con decorazioni ed iscrizioni estremamente definite.
Proprietà talismaniche di un monile antico
Nel giro di qualche decennio, gli scarabei vennero indossati sia come ornamento sia come simbolo magico, e divennero sempre più ricercati e sofisticati. Dettagli decorativi assai realistici e particolareggiati, come ad esempio le zampe, lunghe e flesse sotto il corpo fecero di questo simbolo una vera e propria credenza. Nella parte inferiore veniva spesso inciso il nome di una divinità o di un personaggio influente, quali un re o un potente sacerdote, questo per rendere maggiori le sue proprietà talismaniche.
Nel corso della XVIII dinastia, lo Scarabeo assunse un simbolismo ed un valore sempre più rilevanti: si diede origine al cosiddetto scarabeo del cuore, che posto sul petto della mummia dopo la cerimonia di apertura della bocca, aveva il compito di proteggere la forza vitale del defunto, essenziale per affrontare il lungo e difficoltoso viaggio verso il mondo dei morti. Monile di grandi dimensioni, questo scarabeo dalle lunghe ali di falco era solitamente scolpito in pietra dura o realizzato in terracotta policroma smaltata: collocato sul busto della mummia o incastonato al centro del pettorale funebre, riportava sul ventre piatto l’incisione del capitolo XXX del Libro dei Morti, in cui si chiede al cuore del defunto di non testimoniare contro di lui una volta al cospetto di Osiride.
Pietre naturali per gioielli unici
Gli scarabei dell’area orientale del Mediterraneo erano realizzati in pietra dura – Corniola, Agata, Diaspro -, mentre quelli egizi potevano essere in Turchese verde e Lapislazzuli, pietre e colori simbolo di Osiride, ma anche in smalto, ceramica e pasta vitrea.
Utilizzo dello scarabeo egizio
L’uso quotidiano dello SCARABEO copriva più ambiti: dai sacerdoti veniva utilizzato per rituali attraverso i quali si chiedeva alle divinità di riportare equilibrio e luce in tempi in cui le forze delle tenebre sembravano avere il sopravvento, così come dai funzionari che svolgevano incarichi in vece del sovrano.
In questi casi lo Scarabeo si presentava come un sigillo montato su anello recante il nome del proprietario e del sovrano utilizzato per suggellare documenti, contenitori, vasi nei quali l’interno doveva rimanere segreto e luoghi esclusivi al faraone.
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