Il Tumi: dal Perù simboli di cultura moche
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Nella tradizione delle culture sudamericane arcaiche c’è un particolare oggetto che ha catalizzato l’attenzione sia degli studiosi moderni sia della gente comune: è il Tumi.
Il Tumi è un particolare tipo di coltello originario della zona costiera del Perù, usato da antiche culture sudamericane come Paracas, Sipàn, Moche, Chimù e Inca. Era uno strumento multiuso:
- Coltello: veniva impiegato per vari scopi quotidiani.
- Arma: poteva essere usato in battaglia, soprattutto dagli Inca che lo diffusero nel loro esercito. In alcuni casi fungeva anche da ascia.
- Strumento rituale e chirurgico: la sua forma e la lama affilata lo rendevano adatto a cerimonie e operazioni chirurgiche.
I Tumi erano spesso realizzati con metalli preziosi e decorati con pietre naturali come il turchese in modo elaborato, rendendoli oggetti di grande valore sia pratico che simbolico. Oggi sono considerati un simbolo affascinante dell’ingegno e della cultura delle antiche civiltà peruviane, e utilizzato come simbolo nazionale del Perù in ambito turistico.
Il Tumi: forma, materiali e usi del “coltello” multiuso
Il Tumi aveva una forma precisa: realizzato in metallo, quale bronzo, oro, argento o rame, era un blocco unico, con il manico rettangolare o trapezoidale. La sua altezza è variabile ma la larghezza non raggiungeva mai dimensioni superiori a quelle di una mano; in basso si trovava la lama, di forma semicircolare molto affilata.
Nei Tumi più prestigiosi, privilegio dei guerrieri più abili, di medici e sacerdoti, la lama poteva essere ricavata sia da blocchi di turchese, pietra talismanica sacra, sia da ossidiana, vetro vulcanico che lavorato diviene molto tagliente. Il manico veniva ornato con decori di figure umane, di animali e pietre applicate.
Oggetto di culto e di potere nelle mani di guerrieri, medici e sacerdoti
Questo coltello trovava il suo uso più solenne durante le cerimonie ed i riti sacrificali.
I più famosi di questi erano le celebrazioni in onore del dio Sole Inti, chiamato Inti Raymi, e festeggiate allo scadere del solstizio d’inverno, data che segnava il primo giorno dell’anno Inca intorno al 24 Giugno. In questa occasione si commemorava la fine del periodo di raccolta, ringraziando la divinità per le messi ricevute e con offerte si auspicava ad un futuro ricco di prosperità e ricchezza. Durante questo rito, il sommo sacerdote immolava un lama, o tutto bianco o tutto nero, ed usando il Tumi ne apriva il torace, estraendone il cuore e gli organi interni, tramite i quali poteva predire il futuro e fare divinazioni.
L’altro importante impiego del Tumi fu l’uso chirurgico.
Già i Paracas, così come gli Inca in seguito, furono grandi esperti della disciplina medica. La trapanazione del cranio aveva lo scopo di guarire il paziente da svariate patologie quali ematomi e ferite riportate in battaglia, incidenti di varia natura, ma anche di liberare il malato dagli spiriti maligni che, dimorando nel suo cervello, potevano provocare forti dolori e malattie.
Dagli studi fatti risulta che la pratica chirurgica era molto utilizzata, e significativi furono i risultati ottenuti: grazie all’esperienza sempre maggiore acquisita, la percentuale di guarigione sulle malattie era altissima, con casi di mortalità davvero contenuti. Il ritrovamento di alcune mummie Inca ha messo in risalto la perfetta cicatrizzazione delle ferite, segno della straordinaria maestria nell’esecuzione di tali interventi.
Nel Novembre del 2006, in seguito ad interessanti scavi archeologici, furono ritrovati 22 Tumi Inca all’interno di alcune tombe; oggi il Tumi è il simbolo nazionale peruviano adottato per promuovere il turismo, considerato portatore di fortuna e buona sorte se appeso al muro della propria casa.