Il Kokopelli
Chi è il Kokopelli?
Il Kokopelli, figura leggendaria per le culture Pueblo e Navajo del Sud-Ovest -tra Arizona e New Mexico- è considerato uno dei protagonisti più conosciuti e riveriti delle tradizioni e delle leggende dei Nativi, popolare sia come guaritore e spirito guida, sia come divinità della fertilità e della musica.
L’origine del Kokopelli
L’origine esatta del Kokopelli è ancora sconosciuta, sebbene si siano trovate delle sue rappresentazioni risalenti a più di 3000 anni fa; qualche ipotesi è stata azzardata, associandolo alla figura di un antico mercante Azteco, conosciuto come pochtecatl, il quale portava con sé, viaggiando attraverso il centro America, la propria mercanzia contenuta in un sacco posto sulla schiena e suonando il flauto affinché la sua musica ne preannunciasse l’arrivo. Effettivamente, anche questa possibilità appare abbastanza lontana dalla realtà, dato che le prime incisioni riconducibili al Kokopelli come si è precedentemente affermato risalgono a tempi ancora precedenti alla civiltà Anasazi, sviluppatasi all’incirca dal 750 d.C e che trovò il suo apice intorno all’anno 1000 d.C.
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Sicuramente, il Kokopelli è più propriamente una divinità molto antica legata alla fertilità, associata al culto della terra ed alle sue coltivazioni, alla fecondità e procreazione degli esseri viventi e, grazie al suo flauto, allo spirito della musica. Infatti, nelle immagini che lo rappresentano, il Kokopelli è sempre raffigurato mentre suona il flauto e con una evidente gobba, molto probabilmente il suo sacco pieno di semi posto sulla schiena, simbolo appunto di abbondanza e buon auspicio. Anche il flauto in origine era più verosimilmente un simbolo fallico, trasformato dagli indigeni in strumento musicale in seguito alle pressioni ricevute dai missionari spagnoli che indubbiamente non apprezzavano tali sacrileghe simbologie.
Il Kokopelli tra mito e leggenda
Molte sono le leggende legate a questa creatura fantastica, la principale delle quali narra di tale suonatore avanzando di villaggio in villaggio porta con sé il passaggio dall’inverno alla primavera: questo perché il suono del suo flauto si sposta assieme alla brezza primaverile preannunciandone così l’arrivo e facendo sì che la neve ed il gelo della fredda stagione si sciolgano lasciando posto a temperature più miti e favorevoli.
Quando di notte arriverà nel villaggio, il Kokopelli lascerà cadere i semi dal suo sacco nel terreno, la musica del suo flauto richiama la pioggia che, cadendo copiosa, li farà germogliare assicurando così un raccolto abbondante per la prossima stagione.
Una leggenda Hopi narra come, nella notte del suo arrivo, tutti gli abitanti del villaggio si riuniscano intorno al fuoco per danzare e cantare al suono del suo flauto; in questa occasione il Kokopelli esaudisce il desiderio delle donne di poter avere figli, lasciando loro i bambini non ancora nati che porta nel suo sacco assieme ai semi.
Il Kokopelli si trova raffigurato in innumerevoli incisioni rupestri del Sud-Ovest americano, a volte associato al serpente piumato Quetzalcoatl, questo a sostegno dell’origine azteca della leggenda; i ritrovamenti più famosi sono nel Canyon de Chelly, in terra Navajo, e nel Newspaper Rock State Park nello Utah.
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