Gioielli nel Bacino del Mediterraneo
I Gioielli del Mediterraneo sono un’espressione della ricca cultura e storia della regione. Le popolazioni che abitano le coste del Mediterraneo realizzano gioielli con pietre naturali, metalli preziosi e tecniche di lavorazione tradizionali.
I gioielli con pietre colorate sono un trend sempre più popolare. Questi gioielli utilizzano una varietà di pietre preziose e semipreziose, come rubini, zaffiri, smeraldi e tormaline. Le pietre colorate sono un modo semplice e raffinato che si abbina a qualsiasi outfit.
Le collane con pietre naturali sono un elemento iconico dei gioielli del Mediterraneo. Le pietre più utilizzate sono il corallo, l’ambra, l’agata e pietre semipreziose. Queste pietre sono caratterizzate da colori vivaci e da un’allure esotica che conferisce ai gioielli un fascino unico.
I gioielli colorati del Mediterraneo possono essere abbinati in modo versatile per creare look unici e originali. Ad esempio, una collana con pietre naturali può essere abbinata a un anello e a un paio di orecchini dello stesso colore. Oppure, una collana etnica può essere abbinata a un anello con pietre colorate per creare un look più moderno.
La scelta dell’abbinamento dipende dallo stile personale e dall’occasione. Scegli il gioiello etnico perfetto per il tuo outfit in base al colore.
Gioielli del Mediterraneo, un ponte tra culture
Gioielli del Mediterraneo ovvero il mare tra le “nostre terre” Mare Nostrum, è da sempre culla e fucina di una cultura ed un artigianato che, nonostante la varietà dei popoli che lo abitano, mantiene un sottofondo di base che può essere considerato come una nota di risonanza comune. Le acque del Mediterraneo sono sempre state un veicolo ottimale per lo scambio di materiali e manufatti e per la circolazione delle persone e delle culture, e sicuramente sono una fonte a cui tutte le culture hanno attinto: un patrimonio di habitat, ecosistemi, piante, profumi, colori che per millenni è stato condiviso.
Gioielli dell’antico Egitto, simbologia diffusa nel mediterraneo
La tradizione orafa dell’Antico Egitto ha tramandato fino a noi alcuni dei suoi simboli attraverso varie popolazioni: il talismano con l’occhio di Ra o Horus è passato nella cultura greca, turca e poi più estesamente islamica come l’occhio di Hallah e nella religione cristiana, inscritto all’interno di un triangolo, come l’occhio di Dio Padre; il simbolo stilizzato del fiore di loto ha scavalcato i secoli trasformandosi in “palmetta” e acanto in Grecia e presso gli etruschi ed i latini, divenendo racemo stilizzato nella cultura islamica per poi inserirsi nella cultura romanica e cristiana medievale e rinascimentale sotto forma di ghirlanda, rami e fronde.
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Il corallo (corallium rubrum tipico dei fondali del Mediterraneo) è da sempre stata una risorsa importante nella gioielleria mediterranea ma anche un importante merce di scambio contro la seta, l’incenso e le preziose spezie che venivano importate dalla Penisola arabica e dal lontanto Oriente. Il corallo è un potente talismano porta fortuna, un amuleto legato alla forza vitale; tanto che ancora oggi si regala ai bambini appena nati un braccialettino, un rametto o un pendente in corallo.
Il Corallo nella mitologia
Il mito legato al corallo risale all’antica Grecia dove si narrava che fosse il sangue pietrificato uscito dalla testa della Gorgone uccisa da Perseo. Nella simbologia cristiana, durante il Medioevo ed il Rinascimento, il corallo nelle mani di Gesù bambino era un richiamo simbolico della sua futura passione.
Usato in rami grezzi in Marocco o finemente scolpito a Torre del Greco, il corallo è uno dei patrimoni più importanti della nostra cultura, oltre che un fondamentale elemento della nostra fauna e flora autoctona.
Paste vitree come decorazione dei gioielli
La lavorazione del vetro e delle paste vitree come decorazione dei gioielli sottoforma di perline, è passata dai sumeri agli egiziani, da questi ai fenici e ai greci fino a divenire, attraverso gli antichi romani ed i bizantini, un punto centrale nella lavorazione artistica di Venezia a partire dal Medioevo.
La produzione mediterranea e soprattutto veneziana di paste vitree colorate e decorate a millefiori, a murrina, a chevron ha da sempre ammaliato ed incantato anche il nord Africa e l’Africa centrale inserendosi profondamente anche nella cultura islamica.
Una delle tecniche di lavorazione dei metalli caratteristica della gioielleria popolare mediterranea è la filigrana; disegni astratti, ghirigori o racemi riempiono, in una composizione a giorno, spille, bracciali, orecchini e collane dalle forme più varie e bizzarre: farfalle, fiori, sfere, bauletti.
In Italia la filigrana è presente nell’oreficeria etrusca mentre nell’oreficeria romana imperiale troviamo gioielli ottenuti con filigrana a giorno. I bizantini produssero nel XIII secolo fantastici capolavori che, a seguito delle crociate, si diffusero dal Mediterraneo Orientale a Venezia (opus veneticum) e a Genova.
A Venezia, nel XVI secolo, venivano prodotti splendidi e delicatissimi vaghi sferici in filigrana riempita da smalti colorati.
Centri importanti di produzione di filigrana nel Mediterraneo sono anche la Croazia (Dubrovnik) e la Spagna. A cavallo tra XVIII e XIX secolo, i Genovesi divennero maestri in questo ramo dell’artigianato mentre in Sardegna sono tipici i “buttones” di filigrana con finta granulazione e pietre.
Dott.ssa Bianca Cappello – Storica del Gioiello
biancacappello@libero.it
FONTI
Alois Riegl, Problemi di Stile, Milano 1963
Anderson Black, trad. Francesco Sborgi, La storia dei Gioielli, Novara 1973
France Borel, Ethnos – gioielli da terre lontane, Milano 1994
Lia Lenti e Maria Cristina Bergesio, Dizionario del Gioiello Italiano, Torino
Augusto Panini, Perle di vetro Medio Orientali e Veneziane n v, Milano 2007
Museo della Filigrana
Museo delle arti e tradizioni popolari di Roma