Gioielli dei Nativi d’America
Il gioiello come legame sacro con la natura
I Gioielli dei Nativi d’America sono sempre stati molto presenti nei racconti tramandati oralmente e i ritrovamenti archeologici testimoniano la grande importanza che i Nativi d’America attribuivano ai gioielli nella vita di tutti i giorni e, per millenni, hanno prodotto collane, pendenti, bracciali, anelli, orecchini e bottoni. Le tribù indigene dell’America del Nord sono molteplici e variegate, con idiomi e culture spesso differenti le une dalle altre. Anche la religione cambia da una tribù all’altra ma il principio fondamentale è sempre uno stretto rapporto tra la Divinità, l’Uomo e la Natura che si esprime in un equilibrio di rispetto e di amore reciproco.
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Echi di cultura indigena nonostante i Conquistadores
Dal XVI secolo, con l’arrivo dei Conquistadores spagnoli, i villaggi dei nativi vennero ribattezzati pueblo che significa appunto villaggio in spagnolo, termine poi stato usato per indicare le tribù stesse dei nativi.
Gli spagnoli introdussero la loro cultura e spesso indussero i nativi a convertirsi al cristianesimo attraverso i monaci missionari che sbarcavano dalle grandi navi assieme ai soldati e ai commercianti.
Questi fattori modificarono l’originaria cultura indigena ma non riuscirono a cambiarla del tutto; molti elementi sono stati rielaborati ed altri invece sono riusciti a sopravvivere e ad arrivare fino a noi. In epoca contemporanea, nella seconda metà del ‘900, i nativi d’America sono stati al tempo stesso confinati e preservati creando, nell’area che comprende New Mexico, Arizona, Colorado e Utah, aree e parchi naturali dove fosse loro possibile vivere rispettando le proprie abitudini e cultura.
Tra tutte le tribù dei nativi, quelle che si distinguono per la produzione di gioielli sono oggi gli Zuni e i Pueblo del Rio Grande del New Mexico, gli Hopi in Arizona e i Navajo la cui area si sviluppa tra Arizona, New Mexico e Utah.
L’aquila e la piuma: i simboli degli Indiani d’America
Gli indiani del Nord America, come le civiltà precolombiane dell’America del Sud, sono grandi appassionati di piume (in special modo di quelle del pappagallo Ara, di cui si è da poco estinta la varietà blù). Per i nativi le piume rappresentano Wambli Galeskala Grande Aquila Sacra.
Le piume si trovano anche nei gioielli e negli strumenti per i rituali; il talento sta nel sceglierle, tagliarle e combinarle assieme.
Oltre alle piume, i materiali più usati e apprezzati da sempre sono le conchiglie, spesso incise, l’osso, la terracotta ed il legno; mentre tra le pietre ci sono la turchese, l’argillite, la malachite, la catlinite, detta anche pipestone perché veniva usata per produrre le pipe, oggetti molto importanti nella cultura dei nativi, e la serpentina. La pietra turchese, chiamata “pietra del cielo” anche nei tempi più remoti aveva un grande valore e da sempre, come nell’area Himalaiana, le sono attribuite proprietà terapeutiche, magiche e religiose tanto che ancora oggi viene usata come porta fortuna, salute e gioia.
Il corallo, probabilmente importato dagli spagnoli nel XVI secolo, è un materiale molto apprezzato ed usato assieme alla turchese e all’argento.
Le gemme vengono usate grezze a forma di pepite oppure scolpite a forma di animale, di piuma o di artiglio e poi forate con una pietra per essere trasformate in ciondoli e amuleti; spesso sono levigate e, quando non sono usate come pendenti, solitamente sono incastonate a cloisonnè nei gioielli.
Forme di animali simbolici nei gioielli Navajo
I pendenti più antichi, in pietre dure, ancora prima della venuta degli spagnoli, avevano forme di animali simbolici come la tartaruga, la rana, il serpente, il cane femmina (che nella mitologia si trasforma in divinità dell’Acqua, protettrice della fertilità e dei bambini) e il corvo (Nas-caki-yel che creò gli uomini da una foglia e, come questa, dovevano nascere, crescere e morire). Ancora oggi possiamo ritrovare questa ricca cosmogonia in piccole sculture amuleto e nelle collane.
I Navajo realizzano grandi collane con stringhe (joclas) di pietrine di turchese e heishi (dischetti forati di varie dimensioni) spesso realizzati in conchiglia o in corallo. Le joclas un tempo erano usate anche come lunghi orecchini; sotto questa forma, al giorno d’oggi, vengono appesi alle collane per arricchirle. Anche l’argento è stato introdotto dagli spagnoli e le popolazioni Navajo e Zuni sono tutt’oggi bravissimi argentieri. I primi gioielli navajo in argento si fanno risalire al 1860 e in generale tutti quelli realizzati prima del 1920 sono ritenuti molto antichi.
Per molti aspetti le decorazioni di questi gioielli sono riferibili ad elementi importati dal Vecchio Continente nel XVI secolo: fermagli, spille e anelli seguono forme che probabilmente si riferiscono alle selle e alle briglie spagnole come nel caso delle concha (conchiglia in spagnolo) che sono fibbie da cintura.
Anche le collane hanno elementi decorativi che riprendono lo stile dei Conquistadores, è il caso delle Squash Blossom, collane che vengono portate sia dagli uomini che dalle donne e che probabilmente riprendono le forme delle melograne e dei ferri di cavallo importati dagli spagnoli. Le collane più antiche di questo tipo sono sobrie, non hanno molti pendenti e sono realizzate esclusivamente in argento.
Assieme alle collane, i Nativi d’America amano indossare anche grandi bracciali in argento, talvolta arricchiti da cuoio e pietre, chiamati Ketoch, la cui forma alta e allungata deriva dal fatto che in passato erano indossati dagli arcieri e realizzati in cuoio. Questo tipo di gioiello è tra i più antichi ornamenti dei Navajo.
I gioielli dei nativi Zuni si distinguono dai gioielli dei Navajo per una maggiore complessità della decorazione e un amore per i disegni a mosaico realizzati con una moltitudine di pietre levigate accostate tra loro.
Un altro elemento decorativo erano gli artigli dell’orso grizzly; possedere i suoi artigli e la sua pelliccia era indice di grande coraggio. Quando il grizzly è rientrato nelle specie protette in via di estinzione, gli artigli sono stati riprodotti in altri materiali (argento, argilla, osso etc).
Negli ultimi sessant’anni l’innovazione dei gioielli dei nativi d’America è stata determinata soprattutto da tre artisti: il navajo Kenneth Begay (1913-1977), i due hopi Preston Monongye (1927-1987) e Charles Loloma (1921-1991).
Dalla Preistoria ad oggi, il fascino dei gioielli dei nativi d’America ha saputo sopravvivere modificandosi e arricchendosi di spunti, stili, culture e materiali, mantendo però sempre la sua profonda identità culturale.
Dott.ssa Bianca Cappello – Storica del Gioiello
biancacappello@libero.it
FONTI
France Borel, Ethnos – Gioielli da terre lontane, Milano 1994
Cristina Del Mare, Shelby Tisdale, Il corallo dei Nativi d’America, Electa Napoli 2007
Wikipedia per le voci: Pueblo tribe, Hopi, Mitologia dei Nativi
PARLANO DEI NOSTRI GIOIELLI:
‘Viaggiare comunque’, il mondo in ogni modo – L’arte dei gioielli dei Nativi Americani